La Calabria è in testa alla classifica italiana per i vigneti biologici. A certificarlo è il Consorzio del vino Brunello di Montalcino. È sempre più verde la vigna di Montalcino, che oltre al boom sui mercati in piena emergenza Covid si scopre tra i territori vitati a maggior incidenza biologica d’Italia, con una percentuale di tre volte superiore alla media nazionale.
Il vino biologico italiano è cresciuto di oltre il 100% nell’ultimo decennio e, in termini di ettari, a livello globale vale il 25% della superficie coltivata. Secondo Sinab, nel Belpaese la superficie bio (107 mila ettari) rappresenta una quota media del 16,5% del vigneto Italia, con una crescita media annua del 7% negli ultimi 5 anni.
Secondo un’analisi del Consorzio del vino Brunello di Montalcino basata sui dati degli enti certificatori e realizzata in occasione di “Benvenuto Brunello”, risulta infatti come l’altissima qualità del principe dei vini toscani vada di pari passo con la sua propensione green, con una vigna bio che oggi sfiora il 50% del totale coltivato per la docg. Altissima anche la percentuale di viticoltori convertiti (o in fase di conversione) alla pratica sostenibile: 106 su 257 aziende, oltre 4 su 10.
“Siamo soddisfatti per una transizione che si sta rivelando più veloce del previsto – ha detto il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindacci – A Montalcino la vigna ha sempre avuto un ruolo rispettoso dell’ambiente, e rappresenta solo 15% delle aree rurali, in un territorio contraddistinto da una notevole biodiversità con un patrimonio boschivo che rappresenta il 50% del totale ma anche con oliveti (10%), seminativi, pascoli e altre piantagioni. Una tendenza, quella bio, che ha pure una ratio economica se si considerano le intenzioni di acquisto per tipologia dei consumatori nei nostri mercati chiave”.
Da Quotidiano del Sud – 17/05/2021