Il Bio-Distretto Grecanico nasce nella provincia di Reggio Calabria il 2 Ottobre 2009, con approvazione e adesione dell’associazione dei comuni dell’Area Grecanica. Il Bio-Distretto Grecanico mette in atto gli obiettivi fissati nella Conferenza Mondiale della Nazioni Unite su ambiente e sviluppo tenuta a Rio de Janeiro nel 1992 e nella Carta delle Città Europee per un modello urbano sostenibile, del 1994.
Si estende su una superficie di circa 600 kmq, a sud del 38° parallelo, dalle coste delle Jonio fino alle vette più alte dell’Aspromonte interessando 12 comuni, facenti parte della minoranza storico linguistica greco-calabra: Bagaladi, Bova, Bova Marina, Condofuri, Melito di Porto Salvo, Montebello Jonico, Motta San Giovanni, Palizzi, Roccaforte del Greco, Roghudi, San Lorenzo, Staiti.
Peculiarità del territorio
Il Bio-Distretto si sviluppa nell’area del reggino meridionale compresa nell’isola linguistica dei Greci di Calabria. La sua popolazione di circa 48.000 abitanti, con una densità di 80,6 abitanti/Kmq conserva infatti un patrimonio idiomatico che trova origine nella grande migrazione greca dell’VIII secolo a.C..
Gran parte del suo territorio montano ricade all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, mentre sui versanti collinari e lungo i bacini idrici delle fiumare insistono siti di interesse SIC e Natura 2000. Le caratteristiche morfologiche del territorio hanno favorito l’evoluzione di un microcosmo naturalistico dai tratti esclusivi, contraddistinto da specie animali e vegetali endemiche, selezionate nel tempo dall’uomo per vivere in aree estremamente difficili.
La diversità territoriale favorisce una variegata biodiversità della flora e della fauna, caratterizzata soprattutto da piante spontanee aromatiche e commestibili della macchia mediterranea. Il connubio con l’agricoltura biologica rende l’enogastronomia ancora più diversificata e completa, essendo la qualità degli alimenti fondamentale per garantire un giusto apporto di nutrienti.
Grazie alla sua forte specificità in termini territoriali, culturali e ambientali l’area presenta una forte tendenza allo sviluppo rurale di qualità. L’agricoltura è stata l’attività che più di tutte ha dovuto adattarsi alla complessità dell’ambiente fisico, costretta ad adeguare tecniche di lavorazione e combinazioni colturali ad un ambiente “ostile” e povero, contrassegnato da lunghi periodi di siccità. Da secoli questo tipo di agricoltura ha contribuito al rimodellamento del paesaggio a seguito delle grandi opere di bonifica, come dimostrano buona parte delle colture effettuate su terrazzamenti, mentre nella pianure alluvionali costiere, vi è terreno fertile che favorisce le produzioni agrumicole. Essendo un’area caratterizzata da fiumare particolarmente imponenti, fra tutte l’Amendolea, presenta molte zone scoscese difficilmente coltivabili, e pertanto destinate a pascoli permanenti.
Contesto Storico – culturale e sociale
L’ininterrotta continuità culturale magnogreca e bizantina sta all’origine delle persistenze linguistiche greco-calabre che connotano l’aspetto culturale più interessante del Bio-Distretto. Questa minoranza tutelata da leggi nazionali, rappresenta quanto rimane di un patrimonio culturale che un tempo interessava l’intero Meridione, da sempre in stretto rapporto con la Grecia.
Di questi continui contatti con le civiltà elleniche, il Bio-Distretto conserva testimonianze archeologiche risalenti alla Magna Grecia e un patrimonio architettonico connesso alla spiritualità bizantina. Persiste inoltre una realtà etnografica interessantissima, forgiata all’interno di un microcosmo rurale, lontano dal mare e isolata per tutta l’età Moderna dal resto del mondo, circostanza che ha consentito la conservazione di un patrimonio culturale capace di regalare la viva percezione di un passato antichissimo. Antichi riti scandiscono il tempo nel naturale svolgersi delle attività rurali, in uno scenario di monti inaccessibili e fiumare ora impetuose, ora secche.
L’emigrazione, quanto il mancato sviluppo industriale del secolo scorso, hanno difatti preservato il paesaggio, favorendo lo sviluppo di un turismo rurale sempre più attratto da un microcosmo antropico e naturalistico dove racconto e storia si confondono, e in cui la genuinità dei prodotti tipici è garantita dai metodi dell’agricoltura biologica.
Dati sulla produzione agricola nel Bio-Distretto Grecanico
L’agricoltura presenta caratteristiche di grande diversità, legate sia alle differenti caratteristiche pedo-climatiche del vasto territorio, che alle molteplici tradizioni rurali sviluppatesi nel corso dei millenni. L’area risulta carente di impianti di trasformazione, mentre nelle aree più interne sussiste un’agricoltura di tipo estensivo, ricca di allevamenti, prati-pascolo e coltivazioni tipiche, con una grande diffusione della filiera corta.
Il modello di agricoltura biologica interessa ca. 250 aziende, alcune orientate alla multifunzionalità (fattorie sociali, attività agrituristiche o più settori produttivi, ecc.) mentre la maggior parte di esse, con una superficie media di poco inferiore ai 5 ettari, è proiettata alla monocoltura della vite, dell’ulivo e del bergamotto.
Nel Bio-Distretto sono presenti almeno 3000 aziende su un totale di circa 5500, che pur adottando metodi di produzione biologica, non sono inserite nel sistema di controllo comunitario. L’obiettivo è quello di spingere nei prossimi anni queste realtà a diventare a pieno titolo biologiche certificate ai sensi della normativa vigente.
La superficie agricola utilizzabile del Bio-Distretto è cosi suddivisa:
- 41,8% coltivazioni arboree
- 15,2% seminativi/ortive
- 43% prati e pascoli.
Le principali coltivazioni arboree sono rappresentate dal bergamotto, agrume tipico dell’area denominato “oro verde” per le sue proprietà organolettiche in campo culinario e sanitario e per l’altissimo valore della sua essenza, da cui si ricava un eccezionale fissativo per profumi.
Un ruolo economico considerevole è rivestito dall’olio extravergine che si ricava da ottime qualità presenti soprattutto nella valle del Tuccio, comprendente i comuni di Bagaladi, San Lorenzo e Melito di Porto Salvo.
In forte aumento la produzione di vino, ricavato dai vitigni di Nerello e Castiglione localizzati soprattutto nei comuni di Palizzi, Bova, Condofuri, da cui si produce l’IGT Palizzi.
Non mancano frutteti, concentrati nel territorio di Bova, mentre gran parte dei versanti montani, ricadenti nel Parco Nazionale, preservano un importante patrimonio boschivo composto da castagni, faggi, querce e pini.
Il settore zootecnico è diffuso in quasi tutti i comuni dell’Area grecanica, con circa 40.000 capi allevati, di cui circa 10.000 di capra aspromontana, razza caprina autoctona dell’Aspromonte, principale protagonista della cucina tradizionale, presente in numerose ricette incentrate sull’uso delle sue carni e del suo latte da cui si ricavano eccezionali prodotti caseari.
Di rilievo anche gli allevamenti di suino nero di Calabria, da cui si ottengono piatti tradizionali (frittole e curcuci) e insaccati tipici, tra cui il capicollo azze anca, dal 1998 tutelato dal marchio DOP.
Tutte le categorie di allevamento vengono in gran parte praticate allo stato brado, grazie alla presenza di numerosi ettari di terreno destinati, per le sue caratteristiche, al pascolo permanente. Le produzioni agricole del Bio-Distretto sono arricchite dalla raccolta e dalla preparazione dei prodotti spontanei, primo fra tutti il carciofino selvatico e i capperi che incarnano la tradizione enogastronomica di una delle aree più marginali e ricca di tradizione, cultura e storia.
Attività svolte
Quello dell’Area Grecanica è il secondo Bio-Distretto Europeo multi-vocazionale (Agricolo, Ambientale, Culturale, Sociale, Eco-turistico, Enogastronomico), che ha messo in rete gli operatori di tutti i settori interessati, valorizzando le peculiarità del territorio.
Tra le attività messe in campo si evidenziano tutte le campagne promozionali organizzate nell’area stessa, in Regione e nel territorio nazionale ed internazionale. Il Bio-Distretto attraverso la valorizzazione dei prodotti biologici e tipici, unitamente al loro territorio d’origine, mira alla creazione di uno sviluppo economico e turistico di un’area come quella Grecanica, dove la storia dell’economia rurale in questo angolo di terra è fra le più antiche del Mediterraneo, tanto da essere così radicata, in questi luoghi, da assumere aspetti sacri.
Il Biodistretto nel contesto territoriale
Il Bio-Distretto grecanico, quindi, grazie alla presenza attiva di AIAB Calabria, che ha la sua sede a Bova Marina, nasce con l’obiettivo di potenziare l’agricoltura multifunzionale così come i suoi legami con le altre risorse del territorio, in modo da aumentare la redditività delle aziende agricole, nonché di rispondere alla domanda di prodotti sicuri e di qualità da parte dei consumatori, attraverso il coinvolgimento congiunto di tutti gli attori, le istituzioni e gli stakeholder del territorio.
Le attività promosse all’interno del Biodistretto, di natura etica equa e solidale, mirano a rivitalizzare le aree demaniali e le terre incolte, ridando dignità e redditività al lavoro agricolo, in sinergia con le esigenze territoriali. Il fine è quello di creare una economia circolare incentrata sulla filiera corta, in grado di avvicinare i produttori e i consumatori anche attraverso modelli distributivi alternativi quali ad esempio i Gruppi di Acquisto Solidale. Il Biodistretto punta, inoltre, a coinvolgere la pubblica amministrazione nelle azioni di promozione del territorio, con l’incremento degli acquisti verdi per le mense scolastiche, gli ospedali ed altri servizi pubblici, che diventano così parte integrante dell’economia circolare del Biodistretto.
Le amministrazioni pubbliche aderiscono a questo modello di sviluppo economico e sociale territoriali sostenendo la cultura del biologico attraverso un’ampia gamma di iniziative, come ad esempio, dichiarare il territorio OGM free e promuovere l’informazione e la valorizzazione di tutte le realtà che collaborano per lo sviluppo sostenibile del territorio. I Comuni aderenti ad un Biodistretto possono agire come volano per sensibilizzare di altre amministrazioni pubbliche interessate al territorio, alla storia, cultura, turismo e all’enogastronomia portando un servizio a vantaggio non solo delle aziende agricole. Si genera così un circuito virtuoso che comprende la conservazione della biodiversità, la gestione del verde pubblico, la gestione dei rifiuti, il regolamento edilizio, la riconversione delle aree demaniali, il ripristino di strutture comunali in disuso ed utili alla comunità.
Il Biodistretto è promotore anche dell’Agricoltura Sociale, sostenendo le cooperative e le aziende agricole in attività deputate al recupero terapeutico o all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Il fine è quello di fornire servizi ad intere comunità ritenute “fragili”, sia per generare sviluppo nei territori, sia per far fronte alla crisi del welfare centralizzato.