Sul nostro pianeta tre piante su quattro che danno frutti commestibili dipendono completamente, o in parte, dall’impollinazione. Secondo i dati della Fao (2019) il 35% delle superfici agricole del mondo deve la propria fertilità agli impollinatori: api, uccelli, farfalle, pipistrelli, oltre al vento e all’acqua. Mettere al sicuro la loro vita significa garantire la biodiversità delle piante. In Italia, per temperatura e vegetazione, l’ape è molto diffusa: ci sono 1,2 milioni di arnie, ognuna con una media di 50mila api, tutte agli ordini della Regina. Sessanta miliardi di insetti gialli e neri in cui le 24mila sottospecie presenti in natura sono quasi tutte rappresentate. Ma rischiano, a causa della siccità e del clima impazzito, di diminuire e perdere efficacia nel loro prezioso lavoro.
Le Api, una straordinaria organizzazione per la vita sulla terra
Le api hanno da sempre affascinato il genere umano, che da secoli studia la loro incredibile organizzazione. Secondo la classificazione tradizionale, le api sono degli insetti, ma oggi le loro colonie sono considerate dei “super organismi” in cui le operaie svolgono le funzioni degli organi di manutenzione e nutrimento, mentre la regina e i fuchi rappresentano gli organi di riproduzione. Le api non si possono addomesticare, eppure da millenni vivono in simbiosi con gli apicoltori, producendo miele, pappa reale, cera, polline e propoli. Inoltre, volando di fiore in fiore, impollinano circa il 70% di tutte le piante al mondo.
Le api hanno un ruolo importantissimo nel mantenimento della biodiversità e nella conservazione della natura. Sono insetti impollinatori, cioè permettono l’impollinazione e di conseguenza la formazione dei frutti, trasportando il polline da un fiore all’altro. Attraverso questa attività garantiscono la presenza di specie vegetali diverse fra loro, un elemento importantissimo per la salute della natura. Si può dire che in cambio del nettare, le api donano al mondo la vita.
È proprio grazie alle api se disponiamo di buona parte della frutta e verdura che mangiamo.
Insomma, la produzione del miele non è il motivo per cui è importante salvaguardarle: è in gioco qualcosa di molto più grande.
Tuttavia, proprio la ripresa della tradizione millenaria di produzione del miele, l’apicoltura, sta permettendo in molte zone del mondo e dell’Italia di salvaguardare questi insetti. La ripresa della tradizione dell’apicoltura e la salvaguardia di questi insetti attraverso una serie di azioni, insieme alla riduzione dell’uso di pesticidi e alla rinaturalizzazione degli spazi, contro l’avanzata dell’inquinamento, sono tutte misure fondamentali per fare in modo che le api non scompaiano.
I pericoli della siccità e degli sbalzi di temperatura
Il riscaldamento globale e il clima impazzito mettono a rischio l’impollinazione delle api, con conseguenze disastrose per la produzione del miele. Il problema non è soltanto il decesso di alcuni esemplari: molti vengono disorientati dai cambiamenti esterni ed è come se si perdessero per strada. Al Sud e in Sardegna la siccità minaccia i prati, limitando così le aree su cui volano le api. Al Nord, soprattutto in Piemonte e Lombardia, tra i maggiori produttori di miele d’acacia per la massiccia presenza di questi alberi, la produzione di miele viene invece messa in discussione da fenomeni atmosferici repentini e dannosi.
Agricoltura, i danni delle monocolture
Le modifiche che subisce il suolo dipendono in parte anche dall’uomo. Per l’agricoltura intensiva e per le monocolture le api sono vitali, ma allo stesso tempo ne mettono a rischio l’esistenza. Questi insetti impollinatori permettono ad esempio a susine, albicocche, ciliegie, mandorle e molti altri frutti di arrivare nelle nostre tavole. Ma per farlo nelle grandi coltivazioni ci si serve di apicoltori e arnie perché nei terreni a monocoltura intensiva le api selvatiche non vanno spontaneamente a proliferare. E l’avanzamento dei campi provoca lo spopolamento degli alveari anche in Italia.
I pesticidi e i loro effetti
A mettere a repentaglio il lavoro e la vita delle api, però, sono anche i pesticidi e gli antiparassitari che vengono utilizzati in agricoltura. Purtroppo, gli apicoltori vedono ridursi, di anno in anno, loro allevamenti e la produzione di miele, questo a causa anche dell’utilizzo in agricoltura di pesticidi a base di neonicotinoidi: sostanze che fanno perdere l’orientamento alle api e impediscono loro di fare ritorno negli alveari.
Il numero di api, negli Stati Uniti, è diminuito del 23 per cento lo scorso inverno, motivo per cui la Casa Bianca ha creato la “Pollinator Health Task Force” il cui compito è quello di trovare una strategia per difendere questi preziosi insetti. E anche l’Unione Europea è intervenuta mettendo al bando alcuni pesticidi. Ma accanto alle api sono anche altri gli insetti impollinatori preziosi per la produzione delle nostre colture: tra questi anche le farfalle, a forte rischio estinzione a causa dei pesticidi. Sia gli studiosi che gli addetti ai lavori sono concordi sul fatto che, rispetto al passato, sia cresciuta nelle grandi aziende la sensibilità verso l’utilizzo di prodotti meno nocivi, ma si è ancora lontani dalla diffusione capillare di sostanze che rispettino a pieno gli ecosistemi e permettano all’agricoltura biologica di essere il metodo elettivo per la gestione dei terreni agricoli.
I prodotti utilizzati in agricoltura convenzionale provocano veri e propri stermini di api che, dopo il trattamento dato alle piante, muoiono sul colpo o, tutt’al più, hanno un effetto sub-letale: gli insetti entrano in contatto con le sostanze rilasciate dalle piante o che trovano nell’acqua e vengono disorientati, perdendo di vista il rapporto con il fiore.
La campagna di whole foods per salvare le api.
Una originale campagna portata avanti dalla Whole Foods, una catena americana di supermercati bio, dal titolo “Give bees a chance – Share the buzz”, ha cercato di spiegare quanto sia grave il problema rimuovendo dagli scaffali di un punto vendita del Massachussets tutti quei prodotti che nessuno di noi potrebbe più comprare se sparissero le api e gli altri insetti impollinatori.
Come potete vedere in queste immagini, il reparto frutta e verdura risulterebbe completamente svuotato e nel banco frigo non comparirebbero più né il latte, né il formaggio, né tantomeno lo yogurt e il gelato.
Al di là di ogni specifica caratteristica e funzione, salvaguardare le api significa salvare la natura, non possiamo farne a meno!