La fava (Vicia faba L., 1753) è una specie erbacea della famiglia delle Leguminose, o Fabaceae, coltivata sia in forma intensiva che all’interno delle colture ortive, anche ad uso familiare. Si tratta di una delle più antiche coltivazioni praticate dall’uomo soprattutto, come per altri legumi, per il suo contenuto proteico. La coltivazione della fava è agevole e facile purché si conoscano degli aspetti colturali che spesso vengono trascurati anche da persone più esperte. È un ortaggio che si presta ad essere coltivato in terreni non particolarmente fertili, anzi è, per certi versi, una specie pioniera quando si vuole incrementare la fertilità del proprio terreno. Il periodo di semina dipende dalla latitudine in cui vi trovate, oscilla tra ottobre e marzo, a seconda del clima.
Avvicendamento e consociazioni – La fava è una pianta che si usa per iniziare una rotazione, perché essendo una leguminosa è capace di arricchire il terreno di azoto (grazie ai suoi tubercoli radicali) e lasciarlo pronto ad accogliere altri ortaggi più esigenti. Quindi non necessita di grandi concimazioni supplementari, ma inserita per utilizzare quella residua precedente e per incrementare, con la sua coltivazione, la dotazione di azoto del terreno. Dà il meglio di sé quando è accompagnata da lattughe, patate e alberi da frutto. Non a caso viene coltivata spesso tra un filare e l’altro nelle vigne o negli spazi vuoti del frutteto.
Come seminare le fave – Prima di procedere alla semina preparate il terreno con una vangatura più o meno profonda. Le fave hanno un apparato radicale intenso, che non deve avere ostacoli, quindi lavorate bene il terreno. Fatto ciò, praticare dei buchi profondi tra i 5 cm e gli 8 cm aiutandovi con un punteruolo di legno. La densità di semina attuale è quella di 70 cm tra le file e di 20-25 cm nella fila. I suoli più adatti devono avere pH compreso tra 5,5 e 6,5 ma si adatta abbastanza bene anche in terreni calcarei e con pH più elevato. La temperatura ottimale di vegetazione è tra i 15 ed i 20 °C ma anche qui si dimostra molto elastica.
Come coltivare le fave – Le piante di fave temono i periodi prolungati di siccità, quindi, la semina primaverile delle fave, da questo punto di vista, necessita di più cure! Dovete stare attenti sia alla siccità che ai ristagni idrici: la cosiddetta malattia del “carbone della fava” altro non è che un fungo che colpisce le radici delle fave che sono state esposte a un’eccessiva umidità. Tra un’irrigazione e l’altra, attendete che il terreno sia completamente asciutto.
Per quanto riguarda l’irrigazione, questa tecnica varia in funzione del suo periodo di semina. Tra le tecniche agronomiche consigliate, soprattutto nell’agricoltura biologica, si consiglia la pacciamatura vegetale che salvaguarda la pianta dalle infestanti e da ritorni di freddo che la danneggiano. Altra tecnica importante è la rincalzatura: un’operazione utile perché oltre a coprire meglio il piede della pianta, stimola la produzione di nuovi getti fruttiferi; questo intervento andrebbe fatto, ovviamente, subito prima della pacciamatura. Una volta che la pianta ha iniziato a produrre i baccelli va operata poi la cimatura; si interviene quando i baccelli più bassi hanno raggiunto i 7-8 cm di lunghezza, generalmente in concomitanza con la emissione di nuovi fiori. In questa fase va eliminato l’apice vegetativo; questa tecnica favorisce lo sviluppo di nuovi baccelli e diminuisce gli attacchi degli afidi neri che si insediano soprattutto sulla parte apicale (più tenera).