Arginare la perdita della biodiversità, caratterizzante il paesaggio costiero e pedemontano di alcune aree del territorio calabrese, è stato l’obbiettivo del progetto “Conservazione e Monitoraggio dell’habitat della macchia dell’Oleo – Juniperetum turbinatae – Area SIC IT9350145 “Fiumara Amendolea”, e Area SIC IT9350141 “Capo San Giovanni”, mediante azioni di conservazione e reintroduzione del Ginepro Turbinato (Juniperus turbinata Guss.), una conifera della famiglia delle Cupressaceae, un tempo diffusa in tutto il litorale jonico.
Per conoscere più dettagliatamente lo stato di conservazione di questa specie, il progetto si è servito della consulenza di professionisti di vari settori, grazie ai quali è stato possibile effettuare la mappatura degli esemplari di Ginepro Turbinato, oggi concentrati soprattutto nel reggino meridionale, all’interno di zone naturali protette, denominate aree ZSC (Zone Speciali di Conservazione).
Fondamentale è stato il coinvolgimento del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria il quale ha portato avanti uno studio preliminare sull’efficienza riproduttiva e sulla vulnerabilità della specie botanica, seguito da un’interessante sperimentazione di protocolli per la germinazione dei semi, che hanno avuto come primo risultato la messa a dimora di circa 600 esemplari di questa rara pianta in alcune aziende agricole, sparse tra i comuni di Bova Marina, Palizzi e Condofuri.
Non meno importanti sono state le indagini condotte dalla Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica (FIRAB) sull’individuazione delle potenziali aree di inserimento della macchia mediterranea dove reintegrare il Ginepro Turbinato e le ricerche etnobotaniche effettuate dall’Associazione Italiana Agricoltura Biologica della Calabria (AIAB Calabria), grazie alle quali sono state ricavate preziose informazioni sull’uso, sulla percezione e conoscenza di questo arbusto tra le comunità grecofone che ancora oggi abitano l’areale di diffusione della pianta.
Il Ginepro Turbinato
Il Ginepro Turbinato, Juniperus turbinata Guss., è una pianta sempreverde, della famiglia delle cupressaceae, dal portamento arbustivo o prostrato, sebbene la sua forma tende a variare a seconda delle condizioni climatiche e ambientali. Generalmente cresce come un cespuglio appiattito dalla chioma verde scura che difficilmente raggiunge l’altezza di 1 metro, mentre nelle zone collinari assume spesso forme piramidali, non più alte di 5 metri. Solo di rado raggiunge dimensioni notevoli, sfiorando gli 8 metri di altezza.
È una pianta particolarmente longeva, tanto che alcuni esemplari contano più di cinquecento anni. Alberi secolari di Ginepro Turbinato si trovano in diversi paesi del Mediterraneo: è presente nella gran parte della fascia costiera mediterranea, dalle aree più settentrionali del Nord Africa, alla catena marocchina dell’Atlante, dall’isola di Cipro, ai litorali della Dalmazia, dell’Albania e della Grecia. La pianta e diffusa anche lungo le coste del Medio Oriente soprattutto in Turchia.
Ampie radure di Ginepro Turbinato si trovano in Francia, specie in Provenza, e nelle aree litorali spagnole e portoghesi. In Italia lo si trova nella Sicilia orientale e nell’area nord occidentale della Sardegna. Macchie di Ginepro Turbinato arricchiscono anche le riviere tra la Toscana e la Campania e le aree costiere e pedemontane della Basilicata, della Puglia e della Calabria, regione quest’ultima, dove questa conifera, in associazione con altri arbusti, connota gli ultimi paesaggi di macchia mediterranea dell’alto ionio cosentino, del crotonese e del reggino meridionale.
Costituisce un “tassello” fondamentale nel mosaico della biodiversità mediterranea, poiché rappresenta una delle poche specie vegetali in grado di attecchire nei versanti più ripidi e inaccessibili, dove l’instabilità del terreno ha selezionato nei millenni la vegetazione, oggi sempre più compromessa dai fenomeni di desertificazione che interessano il Basso Jonio Reggino. Si tratta di una specie, quindi, dall’alto valore ecologico, capace di colonizzare ambienti sfavorevoli, quali le dune costiere, aree degradate o sottoposte a stress. Il Ginepro Turbinato è infatti tra le prime piante ad insediarsi nei campi abbandonati, sulle scarpate, sui calanchi, contribuendo grazie anche al suo apparato radicale, ad arginare l’erosione dei suoli, assicurando, inoltre, sia una rilevante risorsa di cibo per molte specie di animali sia la persistenza di fondamentali corridoi di transito tra l’ambiente costiero e l’entroterra per gli uccelli migratori e i mammiferi che popolano queste specifiche sacche di biodiversità.
La propagazione dei semi avviene spesso grazie ad alcuni animali che si nutrono delle bacche. I succhi gastrici contenuti negli stomaci di queste specie animali, come ad esempio il colombaccio o alcuni vertebrati frugivori, come la volpe, il tasso e il cinghiale, facilitano il processo di scarificazione delle bucce del seme che poi viene espulso attraverso le feci, favorendo così la diffusione della pianta nell’ambiente circostante. Pur tuttavia, il Ginepro Turbinato ha una limitata capacità di espansione nel territorio.
Tali condizioni hanno stimolato le attività conoscitive del progetto “Conservazione e Monitoraggio dell’habitat della macchia dell’Oleo – Juniperetum turbinatae – Area SIC IT9350145 “Fiumara Amendolea”, e Area SIC IT9350141 “Capo San Giovanni” svolte dall’AIAB Calabria tra la popolazione dell’area grecanica, al fine di raccogliere quante più informazioni possibili sul Ginepro Turbinato.
La ricerca etnobotanica è stata realizzata con l’ausilio di un questionario, mediante il quale è stato possibile raccogliere dati preziosi sugli areali vegetativi della specie, sulla distribuzione degli esemplari nel territorio, dati fondamentali ad aggiornare le mappature effettuate in diverse campagne di catalogazione pregresse da parte del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Le interviste hanno inoltre consentito di individuare i diversi campi di utilizzo del Ginepro Turbinato praticati in Calabria, fino agli anni Settanta del secolo scorso. Dai questionari distribuiti nell’areale in cui si concentra l’habitat delle specie sono emerse anche informazioni relative alle diverse nomenclature assegnate all’arbusto, tra cui anche l’appellativo in lingua greco-calabra, di clethro, o clecharu, riscontrato nelle fonti storiche a partire dal XVII secolo.
L’azione conoscitiva condotta dall’AIAB Calabria ha inoltre rilevato una particolare attenzione alla specie arbustiva da parte di esperti ed associazioni culturali locali, impegnati fin dagli anni Novanta del secolo scorso nella tutela e valorizzazione del Ginepro Turbinato, attraverso convegni e seminari. Nel tempo l’interesse botanico nei confronti di questa pianta ha trovato il supporto del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, circostanza che ha favorito una più ampia conoscenza del Ginepro Turbinato e del suo habitat.