Vari motivi rendono la diversità un valore per gli agroecosistemi, accrescendo le interazioni benefiche tra le specie e migliorando la sostenibilità dell’agroecosistema. La maggiore diversità permette infatti una migliore efficienza nell’uso delle risorse, con maggiore adattamento all’eterogeneità di habitat e condizioni abiotiche, rendendo complementari le esigenze delle colture con migliore suddivisione delle risorse, e permettendo di diversificare le nicchie ecologiche con loro sovrapposizione. L’abbondanza e diversità di nemici concorre inoltre a mantenere sotto controllo le popolazioni di parassiti, conferendo maggiore resistenza rispetto ai fitofagi, così come l’assemblaggio di colture è in grado di creare una varietà di microclimi all’interno del sistema di coltivazione che può essere occupato da una serie di organismi, quali predatori benefici, entomoparassiti, impollinatori, fauna edafica e antagonisti, di grande importanza per l’intero sistema. Non ultimo, la diversità riduce il rischio per gli agricoltori, soprattutto nelle aree che presentano condizioni ambientali più imprevedibili, e arricchisce il paesaggio e la piacevolezza del territorio.

La diversificazione colturale comporta numerosi benefici al sistema agricolo, imperniati nei seguenti presupposti:

Diversità: con l’aumento della diversità accrescono le opportunità per la coesistenza e le interazioni tra specie migliorando la sostenibilità del sistema. La maggiore diversità l’efficienza d’uso delle risorse, mentre la compresenza di più colture in un’azienda riduce la pressione dei parassiti e aumenta quantità e qualità dei predatori naturali.

Efficienza: sistemi diversificati tendono ad aumentare l’efficienza fotosintetizzante, l’uso dell’acqua e la mobilizzazione dei nutrienti, promuovendo cicli sostanzialmente chiusi di energia e biomassa.

Autosufficienza: una conseguenza dell’aumentata efficienza e diversità è la tendenziale crescita dell’autosufficienza energetica, idrica e di nutrienti per le piante.

Autoregolamentazione: la grande diversità di organismi viventi abbatte il potenziale nocivo di patogeni, parassiti e la pressione delle erbe infestanti, oltre a mostrare un’accresciuta resistenza delle colture.

Resilienza: la diversificazione aumenta la resilienza degli agroecosistemi in virtù di un effetto tampone contro le fluttuazioni ambientali: specie e varietà diverse rispondono in modo diverso agli shock, garantendo livelli di produzione più stabili e prevedibili nel complesso.

Produttività: c’è un effetto positivo della diversificazione sulla produzione di biomassa, associata a effetti crescenti di complementarità tra piante che si traducono in un miglior utilizzo delle risorse del suolo o di regolazione delle popolazioni di parassiti.

 

Fonte: BioAgricoltura – n.159 – AIAB, 2017.

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