Si è aperto citando l’importanza della tutela della biodiversità, così come sancito dalla “Convenzione di Rio” del 1992, il convegno di presentazione del progetto, promosso da AIAB Calabria, sul recupero e la conservazione del Ginepro Fenicio nel basso Jonio reggino, compreso tra la vallata della fiumara Amendolea e i suggestivi calanchi di Palizzi.
Finanziato della Regione Calabria, “POR Fesr-Fse – Calabria 14/20 – Asse 6 – Piano di Azione 6.5.A.1 – Sub-Azione 2”, il progetto ha evidenziato le intrinseche relazioni tra biodiversità, cambiamenti climatici e sviluppo turistico per un territorio, quello dell’Area Grecanica, che da anni è impegnato a fare della valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, un trampolino di lancio per l’intero comprensorio della minoranza storico-linguistica dei Greci di Calabria. In tale ottica, il vice presidente dell’AIAB Calabria (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica della Calabria) Antonino Modaffari, agronomo forestale, ha introdotto gli interventi tenuti presso il Centro Giovanile “P. Valerio Rempicci” a Condofuri Marina (RC).
Ad aprire le sessioni, il conservatore dei beni culturali, Pasquale Faenza, il quale ha sottolineato l’importanza delle azioni di sensibilizzazione nei confronti della popolazione locale per la tutela di questa specie botanica, già nota nel Settecento nella bovèsia per l’estrazione di una resina deputata ad aromatizzare cibi e bevande, in particolar modo il vino, e rendere salubri gli ambienti. A tal proposito il progetto prevede interviste finalizzate ad individuare gli usi e le nomenclature impiegate dalla gente del luogo circa il Ginepro Fenicio, chiamato ancora oggi con il nome greco di clethrò. I questionari, da intendere come strumento di ricerca sociale, condotta dallo psicologo Angelo Scordo, saranno fondamentali anche ad individuare la collocazione degli alberi monumentali e delle macchie di Ginepro Fenicio sparse in tutta l’Area Grecanica, che verranno mappati con un sistema di geolocalizzazione, dall’architetto Dattola Antonino dello Studio Tecnico Denisi di Condofuri (RC).
Come infatti ha evidenziato il Prof. di Botanica Ambientale e applicata, Giovanni Spampinato, del “Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea” di Reggio Calabria, coordinatore scientifico del progetto “Conservazione, Monitoraggio, Ripopolamento e Ripristino dell’habitat della macchia dell’Oleo-Juniperetum turbinatae”, la specie è a rischio di estinzione a causa dei ripetuti incendi che hanno interessato il territorio negli ultimi decenni. La crescita estremamente lenta del Ginepro Fenicio e il mancato utilizzo della sua resina, così come delle sue bacche, hanno reso invisibile la pianta agli occhi della popolazione locale, oggi, nella gran parte dei casi, non più capace di riconoscere la specie tra le piante che costituiscono la macchia mediterranea. Oltre ad illustrare le strategie di ripopolamento del Ginepro Fenicio, il professore Spampinato ha spiegato nel dettaglio i delicati processi di germinazione della specie, che saranno effettuati presso il vivaio biologico San Paolo di Bisignano (CS), mediante un processo a temperatura controllata. Lo stesso docente, che seguirà lo studente a cui sarà assegnata la borsa di studio per approfondire ancora di più gli aspetti scientifici di questa particolare specie, ha proposto di lanciare la campagna la “Adotta un Ginepro Fenicio” per una più ampia sensibilizzazione del problema connesso alla tutela della pianta.
Ampia soddisfazione è stata espressa dal Dott. Raffaele Greco, biologo, consulente “Settore Parchi ed Aree Naturali Protette della Regione Calabria”, che ha fatto notare come il progetto sulla tutela e la conservazione del Ginepro Fenicio presenta una peculiarità unica, in quanto gestito da un’associazione di rilevanza nazionale che opera attivamente nel territorio, caratteristica questa che consente di applicare una più efficace strategia nell’individuare i punti forza e le criticicità presenti nell’area interessata dalle azioni progettuali.
Il convegno si è concluso con una serie di testimonianze interessantissime da parte della platea, composta nella stragrande maggioranza da esperti del settore, i quali hanno indicato diversi esemplari di Ginepro Fenicio in aree dove si ignorava l’esistenza e toponimi in grecanico collegati alla possibile diffusione della specie nel corso dei secoli. Particolare rilevanza la testimonianza di Sebastiano Stranges nel ricordare gli sforzi effettuati fin dagli anni Ottanta del secolo scorso a tutela di questa specie della macchia mediterranea, per troppo tempo dimenticata dagli enti regionali e nazionali deputati alla conservazione del patrimonio ambientale. Tra la platea, anche responsabili di aziende, come quelle di Antonio Panagia, che ha offerto tutta la piena collaborazione ad ospitare i giovani esemplari di Ginepro Fenicio destinati al ripopolamento della specie nell’Area Grecanica.