Qualità sensoriale ed ambientale tramite la coltivazione e la trasformazione biologica di uve autoctone.
IL PROGETTO
La MISURA 124 ha avuto lo scopo di agire su una delle filiere produttive che maggiormente rappresenta l’export calabrese. La proposta, infatti, ha offerto lo spunto per il miglioramento dell’intero comparto vitivinicolo biologico, attraverso la collaborazione reciproca, prendendo l’occasione del Reg CE n°203, del 08-Marzo-2012.
Le finalità sono state individuate nell’aumento della redditività aziendale, nella strutturazione di servizi tecnici e di sperimentazioni che hanno condotto al miglioramento dei processi e delle tecnologie usate, ovviamente tramite i principi della viticoltura e vinificazione biologica.
Vino Bio Calabria
L’iniziativa ha visto il coordinamento di AIAB Calabria (Associazione Italiana per l’agricoltura Biologica della Calabria), in partenariato con il Dipartimento di Agraria dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, la FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica) e otto realtà vitivinicole rappresentative del territorio regionale:
- Società Agricola Ceraudo Roberto s.r.l.;
- Azienda Agricola Cosimo Murace;
- Società Agricola Santa Venere Federico Scala s.r.l.s.;
- Azienda Agricola Troiano Giovanni;
- Società Agricola Vigna De Franco s.r.l.;
- Casa Ponziana Azienda Agricola di Caterina Salerno;
- Società Agricola ‘A Lanterna di Annalisa Fiorenza & C. S.a.s.;
- Azienda Agricola Cantine De Luca.
Il progetto “Vino Bio Calabria” ha voluto migliorare la competitività dei vini biologici calabresi, attraverso l’uso della conoscenza tecnico-scientifica disponibile che ha consentito migliorare la qualità e la tipicità dei vini stessi. Allo stesso tempo ha promosso l’innovazione, favorito la commercializzazione e reso la filiera vitivinicola competitiva, nel contesto nazionale ed internazionale.
Tale obiettivo è stato possibile grazie al coinvolgimento di alcune delle aziende agricole bio più rappresentative del territorio, produttrici di vini IGT, IGP e DOC tra i più rinomati. Le attività previste hanno garantito anche la diffusione dei risultati attraverso la strutturazione e l’alimentazione di una rete informativa sulle varietà presenti nelle aziende e i processi produttivi attuati, favorendo la valorizzazione e il mantenimento dei vigneti autoctoni e delle tecniche più sostenibili sia nella gestione del vigneto che nella vinificazione di qualità.
Tra le varietà il Gaglioppo è senza dubbio la più coltivata in Regione, ma hanno notevole rilevanza anche le altre varietà come il Greco nero, il Calabrese nero, il Magliocco, il Greco e il Mantonico. Mentre varietà come il Pecorella, l’Aglianico e il Guarnaccia, hanno minore diffusione.
AZIONI
- implementazione in vigneto delle tecniche di gestione del terreno, della pianta, delle infestanti e di parassiti e patogeni con i mezzi ammessi in biologico, rispettosi della tipologia produttiva locale, minimizzando l’impatto ambientale e garantendo la qualità delle uve anche di fronte al cambiamento climatico in atto;
- implementazione in cantina di tecniche a basso impatto, ammesse in biologico, che esaltino la tipicità dei vini e garantiscano la loro qualità sensoriale, minimizzando gli interventi sia fisici che tramite additivi;
- verifica e miglioramento della sostenibilità globale delle aziende;
- studio dei mercati più interessanti per i vini biologici calabresi e proposta di strategie innovative di valorizzazione e commercializzazione;
- realizzazione di un manuale tecnico operativo.
OBIETTIVI
- migliorare la conoscenza dei processi produttivi in vigneto ed in cantina da parte dei produttori e conseguentemente migliorare la gestione della produzione biologica;
- consolidamento e miglioramento della qualità sensoriale ed ambientale dei vini bio calabresi;
- riduzione dell’impatto ambientale della viticoltura e della trasformazione enologica;
- conoscenza dei mercati di riferimento e conseguente migliore posizionamento commerciale dei vini biologici calabresi;
- espansione della produzione bio calabrese con conversione di nuove aziende.
Gli interventi previsti dal progetto hanno permesso l’adeguamento dei metodi innovativi per le produzioni vitivinicole calabresi, incentivando le tecniche di produzione dei vitigni autoctoni presenti negli altopiani calabresi con metodi di coltivazione biologica.
Le attività progettuali sono state realizzate nei vigneti e nelle cantine partecipanti al progetto, rispettando i metodi produttivi che sono la base della tradizione. Il coinvolgimento delle aziende ha fatto sì che il territorio di interesse abbia riguardato l’intera Regione. Le informazioni che sono state divulgate hanno consentito l’ottenimento di vini di elevata qualità, nel rispetto dell’ambiente.
Tale approccio contraddistingue l’agricoltura biologica che individua nel metodo di coltivazione sia gli elementi necessari al raggiungimento degli obiettivi del progetto sia il valore di multifunzionalità del prodotto stesso, il cui valore aggiunto risiede proprio nel contesto storico e culturale che lo ha selezionato nel tempo.
Infine, grazie alla ventennale esperienza di AIAB nella promozione delle produzioni biologiche, presso i saloni internazionali più importanti al mondo, il progetto ha condotto alla presentazione e degustazione dei prodotti ottenuti, facilitando gli auspicati nuovi sbocchi commerciali.